In occasione di questa giornata internazionale del volontariato, vorremmo esortare tutte le nostre associazioni e i nostri volontari, come del resto gli operatori istituzionali operanti in collaborazione con il variegato mondo del terzo settore, a non cedere mai alla tentazione di distogliere lo sguardo e voltarsi dall’altra parte per non vedere le tante forme di povertà che chiedono il nostro impegno. Un impegno che senza uno slancio di gratuità e generosità, che fino dal primo momento di condivisione del nostro tempo ci ha ispirato, perderebbe forza. E’ uno slancio, e dunque uno sguardo, di misericordia e di empatia continuamente esercitate, che ci riempiono il cuore e la mente stessa, se sappiamo alimentarle.
Voltarsi dall’altra parte per non vedere solitudini, fame, disabilità, sfruttamento, avrebbe ogni giorno una buona ragione, ma tradirebbe ciò che muove il nostro mondo, noi stessi. Noi volontari non possiamo permetterci di cedere: non sarebbe degno dei valori in cui crediamo, perché le miserie umane interpellano ancora i nostri giorni e ci spingono a dare sempre nuovi segni di misericordia, come ci ricorda anche il nostro papa Francesco, invitandoci ad essere con il nostro tempo donato artigiani di misericordia.
Il volontariato non è né una bella idea né un sussulto momentaneo, ma un’azione concreta e costante nel tempo, secondo le proprie possibilità. Non c’è volontariato senza concretezza: non è un fare bene di passaggio, ma un coinvolgersi lì dove vi sono emarginazione, bisogni, malattia, fame e mortificazioni della persona. Esortiamo tutta la nostra rete ad alimentare questa concretezza del volontariato, spesso nel silenzio e nel nascondimento, esprimendo uno tra i più grandi desideri nel cuore dell’uomo: far sentire amata una persona che soffre.
Auguriamoci dunque insieme di essere pronti alla solidarietà e alla vicinanza, propensi a suscitare gioia e convincenti nella consolazione della nostra presenza: abbiamo bisogno di segni concreti di solidarietà, soprattutto davanti alla tentazione dell’indifferenza, che richiedono persone capaci di contrastare con la loro vita l’individualismo, il pensare solo a sé stessi e disinteressarsi dei fratelli nel bisogno. Ogni giorno. Tutti i giorni. Contenti e pieni di gioia, ma senza mai un motivo di presunzione che porterebbe ingenuamente a sentirsi migliori degli altri. Insieme, è possibile.
Buona festa