Inclusione in azione: quando lo sport, il lavoro e la scuola costruiscono futuro

Per la rubrica Storie di Volontariato di Maggio mettiamo sotto i riflettori la capacità del volontariato di creare occasioni di incontro, socialità e reale inclusione all’interno del complesso e variegato mondo della disabilità. Il mese di maggio ha visto l’impegno della Rete Disabilità, coordinata dal CSVE, con la partecipazione di oltre trenta enti di Terzo Settore e la realizzazione di ben due attività: una tavola rotonda con famiglie, enti e istituzioni per ragionare sulle reali opportunità di inclusione attraverso lo sport e una domenica di sport integrato e inclusivo al Lungomare di Catania che ha coinvolto centinaia di cittadini. Lo sport, oltre a essere espressione di benessere e socialità, rappresenta infatti uno straordinario strumento di inclusione, soprattutto per tutte le persone che vivono situazioni di fragilità.
Praticare sport non è solo un’opportunità, ma un diritto fondamentale, sancito dalla Costituzione Italiana, che va garantito attraverso politiche inclusive, reti collaborative e l’impegno congiunto di famiglie, enti del Terzo Settore e istituzioni. Superare barriere fisiche, culturali ed economiche per rendere l’attività sportiva accessibile a tutti significa costruire una società più equa e partecipativa, dove ciascuno possa esprimere il proprio potenziale. E mentre sul campo si promuove l’inclusione, in cucina si impasta il cambiamento.
A Catania e Acireale, giovani con disturbo dello spettro autistico hanno indossato il grembiule da pizzaiolo grazie a un percorso formativo che ha unito competenze professionali e supporto educativo. Il risultato? Serate in pizzeria dove ragazzi e ragazze hanno messo “le mani in pasta” in contesti reali, con orgoglio e consapevolezza, dimostrando che l’autonomia non è un traguardo lontano, ma una possibilità concreta se si costruiscono percorsi su misura.
Lo stesso vale per il mondo della scuola. I percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (PCTO) possono trasformarsi in veri strumenti di abilitazione al lavoro, se adattati ai bisogni specifici di ciascuno. Per i genitori, il passaggio al “dopo scuola” resta una sfida, spesso vissuta con angoscia e solitudine. Ma quando famiglie, scuole, servizi e imprese dialogano e co-progettano, si può parlare davvero di “progetto di vita”. Nelle parole dell’Avvocato Orsolini, una esperienza diretta che coniuga lo sguardo del genitore e la competenza del professionista. Dallo sport al lavoro, ogni esperienza inclusiva racconta una storia di volontariato che diventa modello. Perché l’inclusione non è un favore: è un diritto, da costruire insieme.